La mostra propone, a 101 anni dalla nascita di uno dei fondatori dell’ADI, una riflessione sul lavoro di una figura straordinariamente importante, primo presidente dell’associazione, premiato nel 1987 con il Compasso d’Oro alla carriera: intellettuale tra i più attivi promotori dell’innovazione nel design italiano.
Il percorso offerto ai visitatori del museo, a cura di Federica Sala e con l’allestimento di Marti Guixé, evidenzia il contributo di Rosselli, designer e architetto, nel contesto delle idee e delle industrie che hanno per primi sperimentato la modernità e l’internazionalizzazione nel design italiano. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche Sergio Saporiti e con l’Archivio Alberto Rosselli, diretto da Paolo Rosselli.
“È il caso di sottolineare”, commenta a proposito della personalità di Rosselli Luciano Galimberti, presidente ADI, “la continuità del suo impegno nella definizione di una cultura generale del progetto. Scambio di informazioni, arricchimento dei saperi tecnici ma soprattutto di quelli interpersonali, dei rapporti tra professionisti e tra professionisti e imprese: la convinzione costante che le buone idee nascono dal dialogo.”
Rosselli fu, dal 1966 al 1976, art director di Saporiti Italia: il racconto di questo lungo percorso si apre con un’installazione lunga 15 metri del divano modulare Dune, dove il pubblico farà un’esperienza immersiva grazie alle proiezioni su ledwall di documenti storici sul lavoro di Rosselli e Saporiti.
In mostra anche alcuni oggetti tra i più significativi progettati da Rosselli e molti disegni originali, immagini e filmati che accompagnano in un dialogo con il clima dell’epoca: dal film “007 La spia che mi amava”, alla serie televisiva di fantascienza “Spazio: 1999”, dove compaiono opere di Rosselli. La lettura della mostra è supportata attraverso filmati, disegni e immagini d’archivio: partendo dal modulo abitativo della Casa Mobile, realizzato in occasione della celebre mostra “Italy: the New Domestic Landscape” curata da Emilio Ambasz nel 1972 per il MoMA.
Focus centrale della mostra: 100 poltroncine Jumbo di Saporiti Italia, reinterpretate in fibra di basalto, materiale ecologico e riciclabile, da dieci studi di architettura internazionali: Massimiliano & Doriana Fuksas, Marti Guixé, Toshiyuki Kita, Mauro Lipparini, Park Associati, Portman Architects, SITE James Wines, storagemilano, S20M Antonio Ventimiglia, Carlos Zapata. A queste rivisitazioni si aggiunge una rara chaise longue Moby Dick originale.