Fino al 24 novembre torna God Is Green, il festival dedicato alla sostenibilità e al futuro ideato da Manifattura Tabacchi, che per la quinta edizione propone al pubblico Reverse Towards a New Paradigm, mostra nata dalla collaborazione tra il DIDA – Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze e NAM – Not A Museum.
Di fronte all’emergenza climatica, sociale e politica, l’umanità si trova nel mezzo di un processo di cambiamento rispetto ai modelli culturali ed economici finora accettati. Dove l’urgenza può trarre in inganno spingendo il pensiero nel dualismo tra inattività o iperattività, si fa spazio l’esigenza di recuperare il tempo per osservare l’universo con uno sguardo critico e vergine.
Reverse Towards a New Paradigm si sviluppa secondo un percorso narrativo che parte dalla presa di consapevolezza dello stato attuale per giungere a una visione aperta: la ricostituzione di un nuovo equilibrio tra umano e naturale. Per farlo il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze ha selezionato 17 autori conosciuti a livello internazionale (Federica Fragapane, Studio Lievito, Civic City, Festival DiverCity, Duccio Maria Gambi, Eugenia Morpurgo, Francesco Faccin, Margherita Poli, Studio Orizzontale, Andrea Branzi, Valeria Ferrari, Marginal Studio, Thijs Biersteker, Chiara Scarpitti, Enza Migliore e Francesco Dell’Aglio, Fabio Ghelardini, Vaia, Anna Citelli e Raoul Bretzel) che hanno utilizzato il linguaggio del design per decomporlo e ricostituirlo come elemento di riflessione, visualizzazione e soluzione della problematica trattata. Attraverso installazioni, video e opere di documentazione la mostra raccoglie spunti, esperienze e dati da tutto il pianeta. Con Reverse Towards a New Paradigm si avvia un discorso inedito sui concetti di sostenibilità, natura e spazio, all’interno del quale il linguaggio umano, proposto e rappresentato dai designer e artisti in esposizione, diventa una risorsa, non più di distruzione, ma di creazione e proposizione di un paradigma alternativo di convivenza, abitazione e socialità.
Il percorso espositivo, costituito da 17 opere, si articola in 5 capitoli: Breaking Boundaries; The Reciprocal Altruism; Decolonizing the Imaginary; Technology with Purpose; Re-Enchanting the World. Partendo da una rottura dei confini, si prosegue attraversando i concetti di altruismo reciproco e decolonizzazione dell’immaginario, per passare all’idea della tecnologia orientata a soluzioni inedite e terminare con l’idea di rintracciare nel cosmo un nuovo incantamento.
Durante tutta la durata della mostra, sarà possibile effettuare visite guidate con le mediatrici e mediatori culturali, grazie alla collaborazione tra NAM – Not A Museum, SAGAS – Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo e DIDA – Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze.