Culvert guesthouse: l’archivio delle collezioni di nendo

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Culvert guesthouse è uno degli ultimi progetti firmati da studio Nendo. Si tratta di deposito per l’archiviazione di mobili, prodotti e opere d’arte realizzati in questi anni da lo studio. La nuova costruzione con annessa una pensione è stata realizzata a Miyota-machi, nella prefettura di Nagano. Immersa in un ambiente tranquillo e ricco di natura dove i ruscelli si intrecciano e attraverso una fitta foresta di pini rossi. Qui ha preso forma una nuova architettura a tunnel, nata dall’unione di metodi di costruzione prefabbricati e strutture precompresse.

L’edificio è composto da quattro “tunnel” sovrapposti coperti da un tetto al centro. Oltre a un magazzino lungo e stretto con una profondità di circa 40 metri, ci sono due magazzini più piccoli, ma si prevede che altri verranno aggiunti in futuro man mano che la collezione cresce. 

La cucina, il bagno, i servizi igienici e altri impianti idrici sono concentrati al primo piano, mentre una camera da letto compatta e uno studio si trovano al secondo piano. Elementi architettonici come le finestre sono state realizzate il più possibile senza telai metallici e il vetro ad alta trasparenza, lungo fino a 10 metri, è stato fissato nelle scanalature allo stesso modo degli schermi shoji.

All’esterno la ghiaia e le piantumazioni sono state sistemate anche all’interno per attirare l’ambiente esterno all’interno.

Per facilitare la camminata, la ghiaia è stata parzialmente indurita con resina. Invece di versare semplicemente la resina sulla ghiaia, come di solito accade, la resina è stata prima applicata sulla base e poi su di essa è stata posata la ghiaia in modo che la superficie non diventasse lucida.

Tutto curato nei minimi dettagli come sempre fa studio nendo, anche le maniglie delle porte che sono state progettate in modo originale, in modo che si nascondesse nel piccolo spazio tra la porta e il muro. La vasca invece è scavata nel pavimento, in modo tale che la superficie dell’acqua si allinei al pavimento, creando l’impressione che la forma del tunnel sia continua.

Lo spazio che ne risulta è meno architettonico, ma sembra più  un progetto che combina concetti di ingegneria civile con dettagli di design del prodotto.

Per la costruzione dei prefabbricati, le parti comuni sono state stampate in fabbrica e assemblate in loco. Un esempio di  applicazione di questi elementi nei progetti infrastrutturali è il box sotterraneo (sono strutture in cemento armato a forma di scatola), utilizzato ad esempio per immagazzinare corsi d’acqua, linee elettriche e linee di comunicazione interrate. Tuttavia, poiché il metodo stesso non fornisce una composizione né consente l’impilamento, entrambi necessari per questa architettura, è stata utilizzata anche la precompressione per collegare tra loro le parti.

Il metodo della precompressione è una tecnica utilizzata nelle strutture di ingegneria civile come i ponti, in cui le parti vengono allineate e quindi serrate con fili per collegarle. Ciò si traduce in una finitura superficiale senza cuciture e liscia, ottenendo una tenuta ermetica e una durata nel tempo.

Le parti comuni a forma quadrata pesano circa 12 tonnellate ciascuna e ne sono state utilizzate un totale 63 di queste parti. La dimensione di esse è derivata dalla dimensione di carico del camion di consegna e dal peso che poteva essere sollevato da una gru. Il rinforzo a 45 gradi posto all’angolo di ingresso, che si trova anche nei canali sotterranei generali, funge da rinforzo e migliora la resistenza ai terremoti. Collegando queste parti è stato creato uno spazio a forma di tunnel snello e con una dimensione interna di circa 2 x 2,3 m.

In totale sono stati utilizzati quattordici fili per collegare ciascun “tunnel” ed è stata prestata attenzione ad applicare una tensione uniforme a ciascun filo in ogni momento. Il lavoro ha comportato un graduale tensionamento dei fili fino ad applicare una tensione di 46 tonnellate a ciascuno.