Come dovrebbe essere progettato il nostro mondo nel futuro in modo che possa ancora sopravvivere? ADI Design Museum affronta questo tema di grande attualità attraverso un approfondimento sul lavoro del designer industriale tedesco Dieter Rams, il quale nel corso della sua carriera ha dato vita a prodotti che esercitano tuttora una notevole influenza sui giovani designer.
Rams non si è mai interessato solo alla forma degli oggetti di uso quotidiano, ma ha anche riflettuto sul significato di tali prodotti per l’utente e per la società nel suo complesso. In un momento in cui la conservazione delle risorse e la protezione dell’ambiente sono diventate le sfide fondamentali per l’umanità, il lavoro di Rams è più attuale che mai. Rappresenta un approccio progettuale che lui stesso ha descritto come meno, ma meglio. Nella seconda metà del XX secolo, ha progettato oltre 350 prodotti per l’azienda di elettrodomestici Braun e per il produttore di mobili Vitsœ, che sono stati – e continuano a essere – utilizzati quotidianamente da centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo.
“Rams è più di un esempio storico e di un caposaldo della concezione europea del design”, commenta Luciano Galimberti, Presidente ADI – Associazione per il Disegno Industriale. “La sua prospettiva professionale ed etica, che inseriva il progetto nel contesto più ampio della società industriale, è una traccia preziosa per i designer di oggi, che affrontano in condizioni inedite un problema di sempre: quello di mettere d’accordo gli oggetti con il contesto umano. La celebre frase di Rams – ‘Un buon design è meno design possibile’ – non è un richiamo al minimalismo, ma all’ampliamento della sfera del design all’intera società: un’indicazione oggi profondamente attuale.”
Riportando le parole di Rams: “Cosa significa guardare avanti? In primo e ultimo luogo si tratta di guardare al passato. Per me, guardare al futuro è sempre stato parte del processo di design e dell’atteggiamento che avevamo nei confronti dei prodotti creati alla Braun e Vitsœ, che erano in costante evoluzione. Non si tratta della continuazione di un particolare stile di prodotto, ma di un approccio e di un atteggiamento, di un modo di riflettere sul futuro delle cose. I designer dovrebbero sempre mirare a cambiare il mondo in meglio, anche se di poco, perché il mondo non migliorerà da solo. Il prodotto in sé non occupa più un ruolo centrale e il design comporta nuove strutture comportamentali. Le condizioni precarie dell’ambiente e del clima, unite alla fragilità dell’economia globale, richiedono un nuovo atteggiamento nei confronti delle cose. Vorrei vedere designer che imparano dal passato e comprendono il presente. È in questo modo che possiamo progettare il futuro.”
Una mostra di Fondazione Dieter e Ingeborg Rams, Kronberg i. Ts, a cura di Klaus Klemp. Il progetto di allestimento è di Mario Lorenz, Lars Staack, DESERVE, Wiesbaden / Berlin con Dieter Rams, allestimento di inditec GmbH, Bad Camberg, foto di Ingeborg Rams-Kracht, Andreas Kugel, Tim Rautert, Sebastian Struch, Sabine Schirdewahn, Marlene Schnelle-Schneyder, Abisag Tüllmann e ringraziando Sophie Lovell.
Per la realizzazione della mostra si ringrazia: Studio Lovell, DeLonghi Group, FòrderkreisBraunSammlung, Vitsœ, Phaidon, Inditec, museumangewandtekunst.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Scuola Del Design del Politecnico di Milano.