Indagare l’opera dell’architetto Gianfranco Frattini attraverso il tempo. È quello che fa l’esposizione “Gianfranco Frattini: ieri, oggi, domani”, promossa dal Comune di Cesano Maderno, in collaborazione con lo Studio/Archivio Gianfranco Frattini, con allestimento a cura della figlia, l’architetto Emanuela Frattini.
Fino al 14 maggio 2023, le sale affrescate del secentesco Palazzo Arese Borromeo ospitano opere originali tratte dagli archivi di collezionisti, riedizioni prodotte da realtà del design contemporaneo e nuove sperimentazioni che aprono la strada a inedite espressioni progettuali. In mostra anche una selezione di schizzi originali e disegni di alcuni progetti architettonici, grazie alla collaborazione con CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma e Politecnico di Milano.
L’incontro con il maestro avviene quindi, inaspettatamente, non a Milano, città che Frattini ha contribuito ad arricchire con la propria progettualità, ma in Brianza, luogo molto caro all’architetto, fucina di artigiani ed ebanisti con cui ha collaborato tutta la vita, e di aziende con cui ha intessuto legami duraturi, dando forma al suo ideale di design. Proprio qui la creatività di Frattini torna in luce, a testimonianza
del profondo legame con il territorio e della capacità del suo lavoro di oltrepassare le barriere del tempo e dello stile. Come accade a ogni classico. Attuale ieri, oggi e domani.
Nelle sale nobiliari del palazzo, opere, disegni, oggetti di archivio e vintage si affiancano a prodotti storici e nuovi nell’allestimento realizzato con il supporto di Ebanisteria Kora: pezzi di Acerbis, Cassina, CB2, Ceccotti Collezioni, Poltrona Frau e Tacchini, insieme a lampade di Arteluce, Artemide, FontanaArte, Gubi e Luci.
La reinterpretazione dei canoni di Frattini si manifesta anche nelle porte tessili realizzate a quattro mani da Dooor e Torri Lana, con il contributo di Emanuela Frattini che, a partire dall’eredità stilistica del padre, ha dato vita a un suo originale percorso personale.
«Questa mostra sul lavoro di Gianfranco Frattini è come una ‘fotografia in movimento’ della sua opera – spiega Emanuela Frattini. – Una finestra della memoria che si affaccia sul presente e proietta lo sguardo verso il futuro della sua eredità».