Dotdotdot al MUDEC mette in scena Rodin e il suo incontro con la danza

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Lo studio Dotdotdot, nato a Milano nel 2004 e tra i primi in Italia a operare nell’ambito dell’Interaction Desig, ha progettato per la mostra “Rodin e la danza” in corso al Mudec – Museo delle Culture di Milano, un allestimento immersivo in cui luce, suono e materiali mettono in scena un racconto emozionale in cui il visitatore rivive la fascinazione che la danza ebbe sul genio artistico di Auguste Rodin.

Il progetto allestitivo prende ispirazione dalla serie Mouvements de danse: quindici statuine che l’artista modellò con la tecnica dell’assemblaggio in terracotta, per studiare e catturare il movimento con il gesto scultoreo, e che vengono per la prima volta esposte in Italia.

photo credits@ DLS STUDIO


Come Rodin ha sfidato ed esplorato in questa serie la relazione tra statico e dinamico e pieni (corpo) e vuoti (spazio), così l’allestimento di Dotdotdot ricrea questa tensione diventando un corpo nudo esso stesso, rivestito da una pelle che muta di forma e funzione: tessuti trasparenti evanescenti si alternano a pannelli di cartongesso grezzo e videoproiezioni, giocando con il concetto di pieno/vuoto e ricreando dinamismo e teatralità in un crescendo emozionale.

Luce
e composizione sonora caratterizzano ogni sezione della mostra, variando in accordo con la narrazione e le opere esposte.

Il progetto di Light Design si propone di fornire al visitatore una lente attraverso cui esplorare le opere, accentuandone le peculiarità e le caratteristiche intrinseche in ogni sala. La luce si fa drammatica e l’ambiente scuro quando deve porre l’attenzione sul movimento delle statuine delle danzatrici nella prima sala; si colora per sottolineare la vitalità ed energia khmer nella sezione dedicata alle Influenze dall’Estremo Oriente; diventa bianca e diffusa per elevare la danza ad opera artistica, conferendo il valore di galleria allo spazio dedicato alla danza contemporanea.

photo credits@ DLS STUDIO

La composizione sonora realizzata ad hoc interviene per sonificare i movimenti delle stoffe e delle coreografie di Loïe Fuller – artista che insieme a Isadora Duncan ha ispirato la ricerca di Rodin – traduce in suono i gesti evocativi della natura tipici della danza khmer, e diventa soundscape generativo nell’ultima sala, dove il visitatore, interagendo con la videoproiezione del proprio corpo, esplora la scomposizione del movimento.

“Abbiamo immaginato di trasformare gli ambienti della mostra in uno spazio scenografico in cui mettere in scena la materia e il movimento. Il senso di non-finito dato dalla tecnica dell’assemblaggio utilizzata da Rodin per la creazione delle danzatrici, ci ha ispirati nel concept allestitivo. Per l’allestimento abbiamo scelto infatti di utilizzare materiali crudi, non trattati, che entrassero in dialogo armonico con le opere protagoniste della mostra. Luci, soundscape emozionale, videoproiezioni accompagnano il visitatore nell’universo semantico che è stato d’ispirazione per Rodin, in un crescendo emozionale che si conclude con un’installazione interattiva, dove il visitatore diventa protagonista”. racconta Laura Dellamotta, architetto e co-founder di Dotdotdot

photo credits@ DLS STUDIO

Le sezioni della mostra

La mostra accoglie e immerge i visitatori nella passione di Rodin per la danza, avvolgendoli con immagini in movimento di danzatrici che hanno ispirato la ricerca dell’artista: i movimenti di Loïe Fuller e della musa ottocentesca Isadora Duncan sono proiettate su leggeri ed evanescenti tessuti. 

La PRIMA SEZIONE “Mouvements de danse”. Rodin e la danza del suo tempo dove la sala è caratterizzata da una teca centrale che ospita le quindici statuine della serie “Mouvements de danse” esposte linearmente. La disposizione delle opere genera un dinamismo che viene esaltato da una videoproiezione del morphing di pose e movimento su una quinta teatrale a tutta altezza. L’illuminazione è volutamente drammatica e teatrale: nel buio, la luce porta l’attenzione sulle statuine inedite. Il soundscape è emozionale e vibrante.

La SECONDA SEZIONE. Influenze dall’Estremo Oriente. Cambogia, Giappone e altri orizzonti si presenta come una sala, in un equilibrato contrasto di colori caldi, luminosi e vibranti. Qui è raccolta la collezione di oggetti etno-antropologici su un grande tavolo nudo, mentre le pareti accolgono i disegni che Rodin realizzò ispirandosi alle danzatrici cambogiane. La struttura avvolge come un abbraccio il visitatore: i morbidi tessuti che la rivestono ospitano videoproiezioni che rievocano la gestualità delle mani delle danzatrici khmer, il cui movimento è esaltato e tradotto in suono dal soundscape.

photo credits@ DLS STUDIO

La TERZA SEZIONE. Rodin e la danza del nostro tempo. propone suggestioni scultoree nelle creazioni della coreografia contemporanea.

La sezione è dedicata alla danza contemporanea ed espone opere e disegni di Rodin che sono stati d’ispirazione per una serie di sei coreografie di danza contemporanea concepite tra il 1990 e il 2021. Le sale cambiano nuovamente luce, perdono il colore per conferire astrazione e un ambiente atemporale: la luce bianca inonda le opere elevandole, come in una galleria d’arte contemporanea.

Installazione multimediale è nell’ultima sala, qui i visitatori possono interagire con l’opera generando immagini e suono, attraverso il movimento del proprio corpo. Il movimento viene rilevato e visualizzato come una serie di sagome consecutive scomposte nella videoproiezione, riportando alla natura dello studio di Rodin secondo il quale: “Per esprimere il movimento in tutto il suo carattere e verità, è importante che questo sia insieme il risultato di movimenti consecutivi che hanno preceduto il momento sul quale ci si concentra.”