Vudafieri-Saverino Partners trasforma una residenza aristocratica del XV secolo in un Art Hotel dal tocco intimo e contemporaneo

Pubblicato il Di in Approfondimenti

Dare nuova vita a una dimora storica, trovando il punto di equilibrio tra il rispetto dell’esistente e i modi del vivere contemporaneo. Questo ciò che ha fatto Vudafieri-Saverino Partners nel cuore di Bressanone, in Alto Adige, reiventando l’uso e la funzione di una residenza aristocratica del XV secolo, chiamata Lasserhaus. Su commissione della famiglia Faller, da oltre 40 anni proprietari dell’antico edificio, gli architetti Claudio Saverino e Tiziano Vudafieri hanno suddiviso gli spazi trasformando i primi due piani in un Art Hotel 4 stelle superior e destinando gli ultimi due a residenza privata della famiglia. La nuova struttura dedicata all’ospitalità si compone di dieci camere – di cui tre suite, sei matrimoniali e una singola – dall’atmosfera intima e sofisticata, in cui la collezione di pittura classica di proprietà dei Faller incontra opere di artisti contemporanei, rendendo così lo spazio un nuovo punto d’interesse per la collettività.

photo credit@Paolo_Valentini

Il progetto


Per il restauro architettonico e l’interior design di Lasserhaus, completamente vincolata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, gli architetti hanno lavorato su un concept
incentrato sul dialogo tra storia e contemporaneità. Con un approccio da sempre attento al contesto e
rispettoso del genius loci, lo studio milanese ha reinterpretato gli elementi originari della residenza
facendoli convivere nel nuovo Art Hotel in modo equilibrato con scelte di design contemporaneo.
Il progetto riflette le peculiarità della città vescovile di Bressanone, in grado di fondere la sua
tradizione e atmosfera medievale con proposte culturali d’avanguardia. Ad arricchire gli interni di
Lasserhaus, situato sulle rive del fiume Isarco e collegato da un ponte al centro storico, sono infatti
le opere di cinque artisti che si sono confrontati con il passato della residenza e che, con i loro
interventi diffusi, hanno lasciato un segno narrativo nei vari spazi.

photo credit@Paolo_Valentini


“Quando abbiamo visitato Lasserhaus eravamo entusiasti all’idea di affrontare un restauro di un
edificio così carico di storia.”
raccontano gli architetti Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino “Non
si trattava solo di restaurare un palazzo del XV secolo completamente vincolato dalla
Soprintendenza, ma di dargli una nuova vita e renderlo un punto di interesse per la cittadinanza.
Anche attraverso l’arte, integrando la preziosa collezione di famiglia di pittura classica con nuove
opere contemporanee. Il nostro progetto non dimentica l’anima tradizionale del palazzo
quattrocentesco, ma con rispetto e un po’ sottovoce, dialoga con essa e l’arricchisce con linguaggi e
materiali della contemporaneità. Lasserhaus diventa così un nuovo, piccolo ma importante, tassello
della vita urbana della città e della sua propensione all’ospitalità.”


Gli ambienti

Il pianterreno accoglie la lobby e la reception, uno spazio carico di memorie, caratterizzato da un’illuminazione soffusa e impreziosito da opere e pezzi di famiglia.

Da qui si accede alle prime quattro camere e a un salottino con un angolo biblioteca a disposizione degli ospiti, oltre che alla cantina dotata di una piccola sala degustazione, interpretata da uno dei pionieri della digital art, l’austriaco Peter Kogler, utilizzando pattern psichedelici per creare insolite profondità spaziali da esplorare individualmente. Percorrendo la scala interna che conduce al mezzanino – dove gli architetti hanno ricavato una SPA dotata di sauna e idromassaggio – si incontra subito l’opera di Alexander Wierer, focalizzata sull’incessante progressione del tempo e la transitorietà del presente. Al primo piano sono collocate invece la sala colazione e le altre cinque camere.

photo credit@Paolo_Valentini


Pur rimanendo visibili i tratti dell’epoca, le camere assumono un nuovo volto grazie all’accostamento
tra materiali naturali come il legno di larice e faggio, l’ottone, che scalda e impreziosisce i dettagli, e
le superfici tattili e morbide come il velluto. A caratterizzarle anche il gioco di texture materiche che
donano tridimensionalità ai rivestimenti. Alcuni complementi d’arredo sono di recupero, come le sedie restaurate tipiche della tradizione tirolese, ma gran parte dei pezzi è stata realizzata su disegno degli architetti: dalle armadiature ai pannelli divisori, dalle testiere dei letti in velluto con bacchette di larice spazzolato alle scrivanie, fino alle boiserie dietro ai letti con listellature in legno minimal ed eleganti.


L’accurato studio sul colore ha dato vita alla scelta di una palette ispirata alle cromie dei boschi
autunnali e della montagna: dal verde del laminato lucido ai toni del marrone declinati nel rosso del
larice spazzolato, come nel larice bruciato più caldo e scuro.

Anche in alcune stanze si trovano incursioni artistiche, come ‘Barre a muro’ di Ingrid Hora, un’opera ampia che offre agli ospiti nuove prospettive e li incoraggia a dare libero sfogo alle proprie idee; o “Pensieri e pianeti”, un’installazione della celebre artista Esther Stocker: dieci sculture che sembrano galleggiare sulla volta del soffitto e che, attraverso geometrie spezzate, dissolvono i punti fissi.

photo credit@Paolo_Valentini


A livello di illuminazione Vudafieri-Saverino Partners ha voluto creare un’atmosfera raccolta, con una luce diffusa delicata proveniente da lampade a terra e a parete. Negli spazi comuni sono state scelte invece lampade a sospensione come lo chandelier di grande impatto nella sala colazione, dove è stata collocata anche “Expect the best”, l’opera della visual artist Petra Polli.


La collezione d’arte


Il progetto artistico di Lasserhaus è firmato da due curatrici: Stefanie Prieth, per le opere d’arte contemporanea, e Rose Bourdon, per la collezione di famiglia. Questi interventi artistici sono solo
l’inizio di un’attività culturale che si diramerà su più livelli, dalle residenze d’artista, alla collaborazione con altri enti culturali fino alla crescita sistematica di una collezione d’arte.


Centrale nel progetto curatoriale di arte contemporanea è stato il concetto di connessione e apertura:
considerando l’arte stessa come strumento di relazione, gli artisti hanno trasformato con le loro opere
gli spazi dell’Art Hotel in luoghi di dialogo e scambio. All’interno di Lasserhaus le opere d’arte contemporanea diventano quindi parte integrante dell’ambiente: una presenza culturale subliminale
e non invadente, un “quotidiano che fa parte di un insieme” spiega la curatrice.
Il progetto di curatela della collezione della famiglia Faller, composta da oltre 100 opere che spaziano dal 1600 a metà ‘900, ha voluto creare un dialogo sia tra le opere più antiche e quelle più moderne, sia tra tecniche di allestimento classiche e concettuali, traducendo questo incontro con leggerezza.

photo credit@Paolo_Valentini

La sala dell’ascensore al piano terra, nota come la sala dei “patroni”, presenta i ritratti di coppie di ex proprietari del luogo, giocando con gli sguardi dei diversi personaggi. Tra tutti spiccano i due quadri
di Stephan Kessler (1622-1700) che rappresentano la coppia Thurner, la cui moglie, Rosina, accoglie
gli ospiti all’ingresso della stanza.

photo credit@Paolo_Valentini

Poco più lontano, in un angolo “conversazione”, una serie di quadri più moderni di paesaggi locali, dipinti da Lesley de Vries (1926-2012) sono stati affiancati per unire i diversi orizzonti, creando così un panorama unico e trasformando la serie frammentata in una installazione ready-made, semplice e poetica.