A Spazio Vito Nesta inaugura “Nella pancia del Guerriero”

Pubblicato il Di in Eventi

Ci sono l’Arca di Noi, frutto di un laboratorio con i detenuti del carcere di Opera. Ci sono piccoli e grandi totem, altari domestici che raccontano la vita tra arte, design e affetti. Ci sono pensieri e frasi appuntati alle pareti come messaggi nella bottiglia che invitano a reinventarsi continuamente e che sciolgono in un allestimento onirico e colorato la pretesa, così frequente nel mondo del design, di cercare e di definire verità assolute.

Ha inaugurato venerdì 12 aprile. nello Spazio Vito Nesta in via Ferrante Aporti 16 Nella pancia del Guerriero, la mostra a cura di Sara Ricciardi che racconta l’universo di Alessandro Guerriero e la recente collaborazione del fondatore del movimento Alchimia con il designer pugliese del marchio Grand Tour.

In una stanza dalle pareti rosa, allestita con il supporto di Saib Spa, eccellenza del pannello ecologico, prendono corpo attraverso parole e oggetti le mille suggestioni innescate negli anni da una figura che ha contribuito a fare grande il design italiano a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta e oltre. Alessandro Guerriero è il “non designer” fondatore, nel 1976, dello Studio Alchimia e ispiratore del moderno social design attraverso numerose iniziative che vanno dal lavoro nelle carceri fino a Tam-Tam, la scuola libera nata da un’idea condivisa con Alessandro Mendini, Riccardo Dalisi e Giacomo Ghidelli, basata sul principio che “ciascuno è una scuola, perché ciascuno ha cose da apprendere e ciascuno ha cose da insegnare”.

Un viaggio emozionale per reinventarsi continuamente

La mostra, concepita come un viaggio nel ventre dell’ispirazione di Guerriero, è un percorso da intraprendere senza seguire una linea temporale o altre prescrizioni, affidandosi piuttosto al patchwork di oggetti e di scritte alle pareti, le stesse che rivivono nei fogli accartocciati e gettati a terra in un angolo, come a rimarcare l’invito a cogliere nella vita il valore del fluire mutevole di cose ed emozioni.

La mostra è lo sviluppo di Alchimie, la collezione di porcellane e complementi nata proprio dalla collaborazione tra Nesta e Guerriero, i cui elementi ricorrono nell’allestimento arricchito da arredi e creazioni del maestro provenienti da gallerie di tutto il mondo. Dice Vito Nesta: “Volevamo realizzare qualcosa che un po’ nel design rischiamo di perdere, ovvero lo spirito collaborativo, alchemico per dirla alla maniera di Alessandro, che avvicina figure lontane per età e approccio, ma vicine per l’ispirazione romantica che le contraddistingue. Per questo, abbiamo deciso di coinvolgere Sara per realizzare quel transito di energie che porta i progetti lontano dall’autoreferenzialità. Mai come in questo momento storico ciascuno di noi rischia di diventare per l’altro una bolla impenetrabile. Il contributo speciale di Sara sarà un’alchimia nell’alchimia, l’occasione in più per uscire fuori da noi stessi e immaginare nuove relazioni grazie alle suggestioni innescate dal design”.

Sara Ricciardi porta con la sua curatela il contributo speciale di ex assistente del maestro e “ronzinante” del suo pensiero. “Questa mostra vuole essere un invito a rivoltarsi e a ricostruirsi. Il nome di Alessandro è una luce, la sua vicinanza apre la mente, invita a inciampare e a ripartire dai propri difetti per ridefinirsi ogni volta”.

L’allestimento, pieno di tracce e di sottotesti, è anche e soprattutto una mostra dallo spirito femminile, come spiega Guerriero: “Il designer classico è un progettista maschio. La forma, la poetica, lo stile, la storia, la previsione sociale e politica sono parametri su cui ha fondato il suo destino di creatore dello spazio abitativo, spazio vuoto e freddo che invece Sara, con un colpo d’ali, ha contorto, frantumato, attenuato, decorato, ammorbidito e rigenerato per introdurre altre verità, altre presenze, altri labirinti di vita e di morte”.

La collezione Alchimie

L’incontro tra Nesta e Guerriero risale al 2012, l’anno in cui il progettista milanese tiene a battesimo Tam-Tam: “Andai a trovarlo in Triennale” racconta Nesta “e subito mi colpì per la disponibilità e l’apertura verso un giovane progettista agli esordi. Questo progetto nasce anche come forma di ringraziamento, ma senza nostalgie per il passato: anzi, lo spirito di questa collaborazione vuole esse-re assolutamente pop, un po’ come in quelle combo musicali che uniscono figure completamente diverse, entrambi con il proprio mondo, entrambi con la propria esperienza, uniti da uno scambio che attraversa le generazioni e scrive una nuova storia”.