Clay di Moroso: un abbraccio tra arte ceramica e design contemporaneo

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Quando l’arte ceramica incontra il design contemporaneo, nasce un oggetto che unisce memoria, materia e morbidezza.

Nel panorama del design contemporaneo, dove l’innovazione si gioca spesso sul filo sottile tra tecnica e poesia, la nuova poltrona Clay – firmata da Zanellato/Bortotto per Moroso – si impone come un esempio raro di equilibrio tra arte, artigianato e progetto. Dopo l’esperienza della collezione Mangiafuoco, il duo di designer prosegue il proprio viaggio nella materia esplorando le potenzialità espressive della ceramica, reinterpretata in chiave sorprendentemente funzionale.

Clay è molto più di una seduta: è un manifesto dell’arte di “fare con le mani”, della volontà di restituire dignità e centralità a tecniche e mestieri ormai in via d’estinzione. Il cuore del progetto risiede nel connubio fra due mondi apparentemente distanti: la delicatezza tessile di una poltrona imbottita e il rigore arcaico delle lastre ceramiche. Lavorate a mano nel distretto storico di Nove, in provincia di Vicenza – culla di una tradizione ceramica secolare – queste lastre, smaltate e arricchite da lustri preziosi, diventano lo schienale-scultura della poltroncina.

L’applicazione è inedita e quasi teatrale: il retro della seduta, che solitamente resta in ombra, si trasforma qui in palcoscenico visivo. Come una piccola opera d’arte incastonata in un quadro di tessuto, la ceramica si rivela in tutta la sua tridimensionalità, aggiungendo un elemento di sorpresa e contemplazione al gesto dell’arredo. La base, in legno di rovere o noce, funziona come un piedistallo sottile, sollevando e alleggerendo l’intera composizione.

Il disegno della poltrona è rigoroso ma gentile: volumi morbidi, proporzioni attentamente calibrate, e un comfort sartoriale che si rivela già alla vista. La semplicità – come spesso accade nei progetti di grande intelligenza – è solo apparente: dietro si cela un complesso lavoro di ricerca su materiali, finiture e tecniche produttive.

Ad arricchire la collezione, quattro tavolini declinati in diverse dimensioni e destinazioni d’uso, che riprendono la struttura in legno massello e dialogano con le linee sia della nuova Clay che della precedente Mangiafuoco. Elementi pensati per completare un sistema d’arredo dove ogni pezzo ha un’identità forte ma una voce armonica, in grado di costruire ambienti sofisticati, caldi e memorabili.

Con Clay, Zanellato/Bortotto e Moroso riscrivono le regole dell’arredo ibridando arte e design, memoria e funzione. Una seduta che non si limita ad accogliere il corpo, ma parla alla storia, al gesto, al fuoco.