Equilibrium. Patterns of Azerbaijan: il debutto dell’Azerbaigian alla Biennale di Architettura 2025 tra rigenerazione, innovazione e memoria

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Per la sua prima partecipazione alla Biennale Architettura di Venezia, la Repubblica dell’Azerbaigian presenta Equilibrium. Patterns of Azerbaijan, una mostra che intreccia tradizione e contemporaneità in un racconto architettonico capace di rispondere con visione e concretezza alle sfide globali della sostenibilità. Il Padiglione, organizzato dalla Fondazione Heydar Aliyev e dal Ministero della Cultura, con il supporto dell’Ambasciata dell’Azerbaigian in Italia, sarà visitabile dal 10 maggio al 23 novembre 2025 nella sede espositiva di Castello 2127/A, a pochi passi dall’Arsenale.

Zangilan Mosque. Credits Adil Yusifov.

Curata da Nigar Gardashkhanova, la mostra si inserisce nel tema generale della 19ª Mostra Internazionale, Intelligens. Natural. Artificial. Collective, proposto da Carlo Ratti, e riflette su come l’architettura possa essere un mezzo per rigenerare l’ambiente, innovare le pratiche progettuali e preservare la memoria storica. Il concept del Padiglione si sviluppa attorno a tre principi guida: Rigenerare. Innovare. Preservare.

Rigenerare: riscrivere la città

Il progetto Baku White City, presentato da Azerbaijan Development Company (ADEC), rappresenta una delle più ampie operazioni di riqualificazione urbana dell’ex Unione Sovietica. Nato dal recupero della cosiddetta “Città Nera”, un’area storicamente segnata dalla produzione petrolifera, il masterplan trasforma un luogo di degrado ambientale in un distretto sostenibile e proiettato al futuro. Simbolo di questo passaggio è il nuovo Ponte della Città Bianca, un’architettura emblematica che incarna il concetto di connessione: tra tempi, tra spazi, tra comunità.

Baku White City. Credits Baku White City

Innovare: memoria e modernità

Sotto il segno dell’innovazione, Simmetrico Architettura presenta il Parco della Vittoria di Baku, un progetto che reinterpreta il concetto di monumento attraverso un linguaggio architettonico contemporaneo. Il parco celebra l’identità collettiva del popolo azerbaigiano, fondendo forme architettoniche moderne e riferimenti culturali profondi. Il risultato è uno spazio di contemplazione e orgoglio, che dimostra come il design possa essere strumento di resilienza e coesione.

Preservare: la forza della memoria

L’architetto Adalat Mammadov firma l’intervento sulla storica Moschea di Zangilan, un progetto di restauro che valorizza il patrimonio architettonico del Karabakh, integrando elementi costruttivi tradizionali con una sensibilità contemporanea. L’edificio diventa così una soglia tra passato e presente, un luogo di culto e identità che testimonia la capacità dell’architettura di custodire la memoria e rafforzare il legame con il territorio.

Zangilan Mosque. Credits to Heydar Aliyev Foundation.

Un omaggio alla storia: Ajami Nakhchivani

A completare la narrazione, una sezione speciale del Padiglione celebra il 900° anniversario della nascita di Ajami Nakhchivani, figura centrale della Scuola di Architettura di Nakhchivan, la cui opera ha lasciato un’impronta duratura sull’architettura medievale dell’Azerbaigian e del Medio Oriente. Questo omaggio si inserisce nel programma giubilare dell’UNESCO, restituendo alla figura di Ajami una nuova centralità nel discorso architettonico contemporaneo.

Victory Park. Credits Adil Yusifov.

Con Equilibrium, il Padiglione dell’Azerbaigian propone una visione architettonica che pone al centro l’equilibrio tra progresso e radici, tra tecnologia e natura, tra singolo e collettività. Un invito a rileggere il progetto non come gesto formale, ma come atto culturale capace di generare impatto duraturo