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Il Padiglione della Santa Sede presenta Opera Aperta

Alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, il Dicastero per la Cultura e l’Educazione presenta Opera Aperta: un progetto che ridefinisce il concetto stesso di padiglione espositivo. Non un oggetto da contemplare, ma uno spazio vivo, aperto, in costante trasformazione, dove l’architettura diventa pratica di cura, responsabilità e rigenerazione collettiva.

Curato dall’architetta e ricercatrice Marina Otero Verzier e da Giovanna Zabotti, direttrice artistica di Fondaco Italia, Opera Aperta trova casa nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice nel sestiere di Castello, un luogo storico che dal 1171 ha attraversato secoli di funzioni e trasformazioni. Oggi, questo edificio di 500 mq si trasforma in un laboratorio condiviso, grazie alla visione progettuale di Tatiana Bilbao ESTUDIO e MAIO Architects: due realtà internazionali capaci di coniugare sostenibilità, sperimentazione e impatto sociale.

Lontano dalla retorica del “nuovo”, Opera Aperta sceglie di valorizzare l’esistente. Il restauro non è inteso come ripristino neutro, ma come azione narrativa: ogni crepa è una soglia, ogni cicatrice diventa spazio per un nuovo racconto. I lavori – affidati a restauratori e artigiani locali – sono visibili al pubblico e accompagnati da dispositivi scenografici leggeri, come i grandi teli in tessuto che avvolgono le pareti e impalcature mobili che si trasformano in arredi, strumenti di lavoro e dispositivi spaziali.

Durante i sette mesi della Biennale, il Padiglione sarà un organismo in divenire, animato da una fitta rete di collaborazioni con associazioni locali, studenti, artigiani, università e cittadini. Tra queste, l’Università Ca’ Foscari e lo IUSVE contribuiranno rispettivamente alla mediazione culturale e alla comunicazione del progetto, mentre l’UIA – Università Internazionale dell’Arte terrà laboratori settimanali per trasmettere le tecniche tradizionali di restauro alle nuove generazioni.

Al centro del Padiglione una grande tavola conviviale – curata dalla cooperativa nonsoloverde – accoglie ogni martedì e venerdì chiunque voglia condividere un pasto e una conversazione. Il gesto semplice del sedersi insieme diventa così un dispositivo architettonico e sociale.

Anche la musica entra nel progetto: grazie alla collaborazione con il Conservatorio Benedetto Marcello, il complesso ospita spazi dedicati a prove musicali, con strumenti disponibili su prenotazione, per far risuonare l’architettura di voci e gesti contemporanei.

Più che un’esposizione, Opera Aperta è un processo. Un invito a vivere l’architettura come gesto relazionale e inclusivo, in grado di generare valore nel tempo, attraverso la partecipazione e la condivisione. In un momento storico in cui la fragilità è una condizione globale, la Santa Sede propone uno spazio che non espone oggetti, ma costruisce legami.

Il progetto è sostenuto da Intesa Sanpaolo, main partner del Padiglione per l’edizione 2025 e per la prossima Biennale Arte, e dal gruppo portoghese dst group, attivo nei settori dell’ingegneria e delle costruzioni.