Palazzi Metal: la nuova idea di luce firmata SERVOMUTO

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Durante la Milano Design Week 2025, tra le proposte più evocative della mostra Repertorio al Nilufar Depot, si distingue Palazzi Metal, l’ultima creazione di SERVOMUTO. Una lampada che nasce da un gesto architettonico prima ancora che decorativo, e che rilegge in chiave contemporanea una delle icone dello studio milanese: la Palazzi del 2018.

photo credits@ Filippo Pincolini

All’origine del progetto c’è un riferimento colto e potente: Il Teatro del Mondo di Aldo Rossi, quell’edificio galleggiante costruito per la Biennale di Architettura del 1980, pensato per essere effimero, ma destinato a lasciare un’impronta duratura nella memoria collettiva. Proprio come quella struttura, Palazzi Metal riflette una doppia natura – è lampada e scultura, solida e leggera, tecnica e teatrale.

La nuova versione, realizzata in esclusiva per Galleria Nilufar, abbandona il plissé in tessuto per adottare una trama di reti industriali. Il risultato è un corpo luminoso che sembra disegnato con la linearità di un filo continuo, incastonato tra anelli metallici che ne strutturano il profilo e ne amplificano la forza visiva. La luce, filtrata da griglie metalliche, si frammenta e si muove, dando forma a un’ombra in perenne trasformazione.

Le varianti presentate sono due: una più aperta e leggera, costruita con fili orizzontali in acciaio, ottone o rame; l’altra più grafica e strutturata, composta da una maglia verticale tenuta da fasce metalliche, disponibile in acciaio. Entrambe condividono lo stesso approccio progettuale: ogni curva, ogni tensione della rete, ogni piccola irregolarità è voluta, cercata, esibita come segno di vitalità.

Palazzi Metal non cerca la perfezione levigata dell’oggetto industriale. Al contrario, celebra la matericità imperfetta, l’espressività delle lavorazioni grezze, l’anima tangibile delle superfici che raccontano il tempo. È un oggetto che, come ogni creazione SERVOMUTO, parte da un archetipo – il paralume – per trasformarlo in qualcosa di nuovo. Un gesto libero, quasi intimo, che ridefinisce la luce non come funzione, ma come esperienza sensibile.

photo credits@ Filippo Pincolini

In un contesto come quello di Repertorio, dove il design dialoga con la memoria, l’arte e l’architettura, Palazzi Metal si impone come un racconto tridimensionale, capace di evocare un passato culturale ricco e stratificato, e allo stesso tempo di aprire nuove traiettorie progettuali. Perché, come insegnava Aldo Rossi, anche ciò che è destinato a durare poco può generare forme capaci di attraversare il temp