Quella che viene chiamata Strada del Vino è un percorso di oltre 150 chilometri che racconta l’essenza più autentica della Toscana agro-vinicola, costellata di poderi, uliveti e cantine. Tra Bolgheri e Castagneto Carducci, immersi nella macchia mediterranea e con il mare negli occhi, sorge Podere Arduino: un luogo dove il rispetto per la terra incontra il linguaggio del design contemporaneo.

Fondato da Fabrizio Bartoli e Martina Morelli, il Podere rappresenta oggi un modello virtuoso di agricoltura sostenibile e rigenerativa, oltre che un laboratorio di cucina vegetariana e innovativa. Ex triatleta, Bartoli raccoglie nel suo percorso frammenti di culture culinarie e sensibilità ambientali maturate nel mondo, restituendole alla sua Toscana con una visione nuova: quella di una ruralità consapevole, rigenerata, connessa al ritmo naturale dei campi e delle stagioni.

Dal podere al piatto: la filiera etica del gusto
Su dieci ettari di terreno tra viti e ulivi, Fabrizio e Martina hanno trasformato la tenuta di famiglia in una farm to table experience completamente sostenibile. L’agricoltura organico-rigenerativa, o “del non fare”, si traduce in una produzione etica e circolare, dove ogni ingrediente nasce, cresce e torna alla terra secondo un principio di equilibrio naturale.

Il risultato è un modello di accoglienza contemporaneo, fondato su empatia, autenticità e design: un sistema che ha ridefinito l’offerta della Costa degli Etruschi, fino ad allora dominata da cantine e ristoranti tradizionali.
Bolgheri Green e Osteria Ancestrale: il progetto di q-bic
Per ampliare e consolidare questa visione, Fabrizio e Martina hanno affidato allo studio q-bic la ridefinizione degli spazi dedicati alla ristorazione. Nascono così due anime complementari: Bolgheri Green, bistrot e tapas bar informale, e Osteria Ancestrale, ristorante gourmet vegetariano.

Lo studio fiorentino — noto per la sua capacità di coniugare funzione, identità e coerenza materica — interpreta l’essenza del Podere con un linguaggio architettonico misurato e naturale. Le due strutture, realizzate in legno, dialogano tra loro come gemelle: condividono la stessa grammatica estetica ma conservano personalità e funzioni distinte.
Architettura e natura: un equilibrio misurato
Il legno, scelto come materiale principe, definisce spazi e relazioni. Le doghe posate a intervalli regolari disegnano un filtro visivo che apre la vista sui campi e sulle colline, creando un rapporto diretto tra interno ed esterno. Ogni elemento — tavoli, sedie, scaffali, coffee table — è custom made, progettato da q-bic e realizzato dagli stessi proprietari, in perfetta sintonia con lo spirito self-made del luogo.

Tra le due strutture, uno spazio di connessione si trasforma in una piazza conviviale. Al centro, una vasca rettangolare in corten ospita una lama di fuoco che emerge dall’acqua: un gesto simbolico che racconta l’armonia tra gli elementi e la centralità della brace come forma primaria di cottura. Sullo sfondo, un terzo volume accoglie la cucina a vista, vero cuore pulsante del Podere.

Il design come linguaggio dell’anima rurale
Il progetto di q-bic per Podere Arduino non è una semplice operazione di interior design, ma un atto di riconciliazione tra architettura e natura, tra estetica e etica. Ogni scelta — dai materiali alla disposizione spaziale — rispetta il genius loci, lasciando che siano la luce, il vento e la vegetazione a completare la scenografia.

Il risultato è un luogo che parla di sostenibilità non come tendenza, ma come modo di vivere, dove il design si mette al servizio dell’esperienza sensoriale e umana.
In un territorio dove il lusso spesso coincide con l’opulenza, Podere Arduino riscrive il concetto di ospitalità: radicato nella terra, ma capace di guardare lontano.