Kandinsky e l’Italia: al MA*GA di Gallarate il dialogo tra astrattismo europeo e ricerca italiana

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Dal 30 novembre 2025 al 12 aprile 2026, il Museo MA*GA di Gallarate (VA) ospita la mostra Kandinsky e l’Italia, un grande progetto espositivo dedicato a uno dei maestri assoluti dell’arte del Novecento, Wassily Kandinsky (1866-1944).
Promossa in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, la mostra è curata da Elisabetta Barisoni – storica dell’arte e Responsabile di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia – e da Emma Zanella, direttrice del MA*GA.

Enrico Prampolini, Composizione, 1950, Olio su masonite, cm 81,5×116,5

Si tratta di una rassegna di ampio respiro, che presenta 130 opere provenienti da Ca’ Pesaro, dal MA*GA e da importanti collezioni pubbliche e private, tracciando il filo che unisce l’eredità di Kandinsky allo sviluppo dell’astrattismo italiano tra gli anni Trenta e Cinquanta.

Un progetto culturale di respiro nazionale

Sostenuta dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali, con il patrocinio del Comune di Gallarate e della Regione Lombardia, Kandinsky e l’Italia rientra tra le iniziative dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, il programma che anticipa i Giochi Olimpici e Paralimpici in Italia, promuovendo i valori olimpici attraverso cultura e patrimonio.
La mostra è inoltre parte del progetto Varese Cultura 2030, promosso dalla Provincia di Varese con il sostegno di Fondazione Cariplo.

Kandinsky, il Bauhaus e le radici dell’astrazione

La prima sezione della mostra introduce il contesto internazionale degli anni Venti e Trenta, quando Kandinsky, docente al Bauhaus, influenzò profondamente la nascita dell’arte astratta europea.
Attraverso un dialogo ideale con figure come Paul Klee, Jean Arp, Joan Miró, Alexander Calder e Antoni Tàpies, la rassegna restituisce la vitalità di una stagione artistica in cui la forma si liberava definitivamente dal vincolo della rappresentazione, per farsi espressione pura di ritmo, colore e armonia.

Come sottolinea Elisabetta Barisoni, “si tratta di una nuova avventura per le collezioni civiche di Ca’ Pesaro, in dialogo con le opere del MA*GA e di importanti raccolte pubbliche e private. L’esposizione diventa un’occasione di riflessione sul portato rivoluzionario delle avanguardie storiche e sull’eredità dell’astrattismo di Kandinsky e dei suoi sodali”.

Kandinsky e gli artisti italiani

La seconda sezione è dedicata al legame, complesso e fecondo, tra Kandinsky e la scena artistica italiana.
Un momento cruciale è rappresentato dalla mostra personale alla Galleria del Milione di Milano del 1934, che aprì un intenso dibattito tra gli artisti italiani contrari alla figurazione dominante.
L’eredità kandinskiana si riflette nei linguaggi di Lucio Fontana, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, Manlio Rho, Enrico Prampolini, Atanasio Soldati e Luigi Veronesi, autori che, in forme diverse, contribuirono a costruire una nuova visione dell’astrazione nel panorama italiano.

Come evidenzia Emma Zanella, “Kandinsky e l’Italia rappresenta una collaborazione importante tra due musei di riferimento per l’arte contemporanea. È un’occasione per condividere collezioni, competenze e visioni, ma anche per raccontare come l’astrattismo europeo sia stato reinterpretato in Italia con sensibilità e linguaggi propri”.

Dall’astrazione alla rinascita: l’eredità nel dopoguerra

La terza sezione si concentra sul secondo dopoguerra, quando il pensiero di Kandinsky rimane punto di riferimento per le nuove generazioni di artisti.
Mostre come Arte astratta e concreta (Milano, 1947) e Arte Astratta in Italia (Roma, 1948), insieme ai gruppi Forma (1947), MAC (1948) e Origine (1951), sancirono la continuità ideale con le avanguardie storiche.
In questo contesto si inseriscono le opere di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Roberto Sebastián Matta, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo ed Emilio Vedova, interpreti di un linguaggio che cercava di coniugare rigore formale e tensione lirica.

Un dialogo tra passato e presente

Kandinsky e l’Italia offre così un itinerario che attraversa oltre trent’anni di arte europea, mettendo in luce l’attualità del pensiero kandinskiano: la visione di un’arte come esperienza spirituale, linguaggio universale capace di unire sensibilità diverse e culture lontane.
Nel percorso ideato da Barisoni e Zanella, la figura di Kandinsky emerge non solo come punto di partenza dell’astrazione moderna, ma come catalizzatore di un dialogo ancora aperto tra arte, musica e pensiero.