Fino al 2 novembre 2025, negli spazi di Theatro Milano in via Vigevano, MAB Arquitectura — fondato da Floriana Marotta e Massimo Basile — presenta la mostra “Positivo e Negativo”, in occasione della Milano Arch Week 2025. L’esposizione propone un viaggio nella ricerca che lo studio porta avanti da vent’anni sul delicato equilibrio tra costruito e vuoto, tra la materia dell’architettura e lo spazio intangibile delle relazioni che essa genera.

Attraverso modelli, disegni, illustrazioni e fotografie, la mostra invita a riflettere sulla città come organismo vivo, in continua trasformazione, e sul ruolo che l’architettura può svolgere nel mitigare gli squilibri economici, sociali e culturali. Il tema del “vuoto” diventa così strumento di coesione e inclusione, spazio democratico e condiviso, luogo di incontro e possibilità.
La prima sala è dedicata alla serie “Architettura in dodici atti” dell’artista e architetto Federico Babina, che reinterpreta dodici progetti dello studio attraverso il suo linguaggio grafico fatto di ritmo, segno e colore. Le illustrazioni raccontano il dialogo tra pieno e vuoto, restituendo una lettura poetica e personale del lavoro di MAB Arquitectura.
Il percorso prosegue con una selezione di progetti urbani e architettonici che mettono in scena il “negativo” come cuore del processo creativo: lo spazio dei flussi, dei percorsi e delle relazioni visive e fisiche. Dai progetti urbani fino agli edifici residenziali e collettivi, i modelli esposti — presentati secondo una gradualità di scala — astraggono il costruito per far emergere la dimensione spaziale pura del vuoto.

Tre progetti esemplificano il tema: il Centro associativo e residenze per lavoratori Patronage Laïque a Parigi, dove il vuoto diventa elemento di connessione; il Centro Parrocchiale e Casa Canonica di Reggiolo, che interpreta lo spazio vuoto come luogo di socialità; e Abitare a Milano – via Gallarate, dove il paesaggio urbano nasce dal dialogo tra nuovo ed esistente. Tre video accompagnano i modelli, restituendo le voci di abitanti, committenti e progettisti.
Una seconda sezione raccoglie sei progetti che esplorano diverse declinazioni del vuoto: dal Centro Culturale Integrato Città Alessandrina, dove il flusso urbano si materializza nello spazio tra i volumi, alla Biblioteca Europea Beic, che fa del grande vuoto verticale il fulcro della composizione. Nelle residenze Habitat La Goccia il vuoto si espande lungo un asse diagonale generando movimento, mentre nel Mediopadana Innovation District si trasforma in un paesaggio artificiale e mutevole.
Al centro della sala, plastici, disegni e pubblicazioni raccontano il passaggio dal pensiero astratto al progetto costruito, restituendo la dimensione concreta di spazi pubblici e architetture che mettono al centro la collettività. Sul fondo, una parete specchiante — metafora dello spazio vuoto abitato — riflette i visitatori e li invita a confrontarsi con la domanda che guida l’intera mostra:

Che cosa significa progettare il vuoto?
Il 29 ottobre 2025 alle ore 18:30, le tematiche della mostra saranno approfondite nel talk “Progettare il vuoto – Il ruolo dello spazio delle relazioni nella città contemporanea”, un momento di confronto aperto al pubblico.
Parteciperanno Ezio Micelli (Università IUAV di Venezia), Federico Babina, Floriana Marotta (MAB Arquitectura) e Giordana Ferri (Fondazione Housing Sociale), con la moderazione di Paolo Bovio.
L’incontro sarà un’occasione per riflettere sul valore dello spazio pubblico come leva di rigenerazione urbana e strumento per costruire comunità inclusive, multiculturali e resilienti.