L’Aquila, un nuovo accordo tra memoria e futuro: il progetto Pentagramma di Studio Dunamis

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Nel cuore di L’Aquila, dove le ferite del terremoto del 2009 sono ancora vive nella materia e nella memoria, lo Studio Dunamis firma un intervento che va oltre la ricostruzione edilizia per raccontare un nuovo modo di abitare e restituire identità. Il progetto, dal nome evocativo Pentagramma, si inserisce tra le architetture della rinascita con un linguaggio contemporaneo capace di armonizzare passato e presente.

L’edificio, destinato a edilizia residenziale pubblica, rinasce sulle orme della costruzione originaria, rispettandone ingombro e volumetrie, ma con un impianto estetico e funzionale completamente rinnovato. L’obiettivo non era semplicemente restituire ciò che è andato perduto, ma trasformarlo in un’opportunità progettuale: un nuovo capitolo per la città e per chi la abita.

Come suggerisce il nome scelto, Pentagramma è un sistema di relazioni visive e funzionali che, come in una composizione musicale, orchestra elementi differenti in un insieme coerente e vibrante. La facciata principale si distingue per il netto contrasto tra il bianco della pelle architettonica e le tende tecniche colorate che scandiscono il ritmo visivo con cadenza regolare, infondendo movimento e vitalità all’intero prospetto.

«Ricostruire dopo il terremoto – spiega Dunamis – non significa cancellare, ma ricucire il tempo tra passato e futuro. Per farlo, è necessario progettare nuove prospettive e creare un’architettura capace di raccogliere la storia di un luogo per traghettarla verso il domani immaginato.L’architettura diventa così una partitura fatta di sequenze differenti, come i movimenti di un brano musicale, distinti tra loro, ma uniti in una sola melodia, e il suo compito è quello di scrivere sul pentagramma della città ferita, trovando un equilibrio tra memoria e visione, per dare forma a un tempo nuovo che custodisca anche quello passato.»

Articolato su quattro livelli, l’edificio ospita al piano terra spazi collettivi, autorimesse e cantine, mentre ai piani superiori si distribuiscono, in modo simmetrico rispetto al vano scala centrale, sei unità abitative luminose e generose nei volumi.

Un punto focale del progetto è la definizione dell’involucro esterno, che diventa superficie narrativa. Sul fronte sud, ampie balconate lineari servono le zone giorno degli appartamenti e si proteggono con tende mobili che assicurano comfort visivo, ombreggiatura e un gesto cromatico distintivo. Sul lato nord, le logge di servizio sono evidenziate da parapetti in lamiera traforata, anch’essi colorati, a creare una continuità cromatica con il fronte principale e ad arricchire la composizione con geometrie regolari e giochi di pieni e vuoti.

La copertura a sei falde rivisita la tipologia tradizionale a padiglione con un tratto deciso e contemporaneo: le superfici inclinate dialogano con le facciate, generando un volume coerente, elegante e dinamico.

Pentagramma non è solo un edificio. È un esempio di rigenerazione urbana che dimostra come l’architettura, quando attenta al contesto e ai bisogni del vivere attuale, possa diventare strumento di ricostruzione culturale e sociale. Un gesto progettuale che parla la lingua della bellezza e della resilienza.