ABITARE IL TEMPO 100% PROJECT

Pubblicato il 22 Ottobre 2012 Di

Per rilanciare il comparto dell’arredo e dell’interior design made in Italy è necessario che le aziende facciano rete per cogliere il potenziale dei mercati emergenti, soprattutto di Europa dell’Est e Medio Oriente, adeguandosi anche alla nuova figura del consumatore 2.0, sempre più informato e protagonista grazie ai social media. È questo il messaggio che giunge da Abitare il Tempo 100% Project (www.abitareiltempo.com) il meeting della distribuzione per le soluzioni d’interni, dal 21 al 23 ottobre 2012  alla Fiera di Verona.

 

Secondo la ricerca commissionata da Federmobili e Innova.com,  il commercio mondiale di mobili, dopo la crisi nera del 2009, con un fatturato globale calato del 19%, sta lentamente risalendo la china: dai 122 miliardi di dollari del 2012, le stime per il 2013 prevedono una chiusura a 128 miliardi di dollari, con una crescita di circa il 4%. Un dato complessivo che riflette notevoli differenze a livello di aree geografiche. Se, infatti, le economie emergenti trainano la richiesta di mobili ed elementi d’arredo (+7%), i cosiddetti paesi avanzati abbassano la media (+1%). Scendendo ulteriormente nel dettaglio, guidano la classifica il continente asiatico e l’area del Pacifico (+7%), seguiti da Sudamerica (+5%), Medio Oriente e Nord Africa (+4%). Fanalini di coda a causa della stagnazione dei mercati interni, il Nord America (+2%) e l’Europa (+1%).

 

In tale quadro diventa essenziale cogliere le opportunità che si presentano sui nuovi scenari. Oggi l’export made in Italy copre tutti i continenti, confermando il Paese come primo produttore europeo e terzo nel mondo. L’arredamento tricolore piace in particolare nelle nazioni del Medio Oriente e del Nord Africa, verso cui è diretto il 6% delle esportazioni totali. Interessanti prospettive anche nell’Est Europa: in Russia le intenzioni di acquisto rivelano che, nei prossimi 2-3 anni, il 45% del campione prevede di arredare una cucina, il 45%  un soggiorno e il 30% una camera da letto; a differenza dell’Italia dove le percentuali non superano il 19%. Un peso sempre più crescente di queste aree, quindi, confermato ad Abitare il Tempo 100% Project  dall’arrivo di delegazioni commerciali proprio da Egitto, Libia, Qatar, Arabia Saudita, Oman, Emirati Arabi Uniti, Russia, Moldavia, Ucraina, Georgia, Estonia, Lettonia e Lituania. Le aziende italiane, seppur lentamente, si stanno adattando a questa nuova situazione: nel 2010, solamente il 3% aveva un fatturato estero superiore al 10%; dopo due anni, la quota di chi si dichiara interessato a vendere fuori dall’Italia è salita al 67%. Per il presidente di Federmobili, Mauro Tambelli, «l’industria italiana dell’arredo deve superare lo svantaggio competitivo di essere formata da un tessuto di piccole e medie imprese che, spesso, non possiedono  la forza sufficiente per imporsi sui mercati stranieri. Per riuscirci, quindi, bisogna superare gli individualismi, con sinergie e reti fra aziende necessari a fare massa critica all’estero».

 

La filiera del mobile, però, deve adeguarsi anche alla mutata figura del cliente finale. La ricerca lo definisce “consumatore convergente”: una sorta di acquirente 2.0 che si presenta al punto vendita già informato e con le idee molto chiare, grazie alla ricerca sul web che coinvolge blog, forum e gli altri social network più famosi. Complice l’attuale situazione economica, poi, il “convergente” è più razionale negli acquisti, con un processo decisionale più lungo e selettivo; comunque resta sempre attento al design e all’estetica del prodotto, al rapporto qualità/prezzo e al tema della sostenibilità. Si conta che in Italia siano presenti 17 milioni di consumatori  di questo tipo, 1 milione in più rispetto allo scorso anno, e 90 milioni in tutta Europa. La casa e l’abitare restano in testa ai livelli di investimento valoriale degli italiani, ma la crisi ha fatto spostare l’interesse dal mondo del real estate a quello dello ristrutturazione. Infine, per quanto riguarda le preferenze e il gusto che guidano gli acquisti, prevale un mix di tradizione, reinterpretata in chiave attuale: il tavolo ideale, ad esempio, è allungabile (68%), alto (83%), rettangolare (52%), ma al contempo deve possedere linee moderne (82%) e colorate (44%).

 

Fino a domani, in quattro padiglioni di Veronafiere, Abitare il Tempo 100% Project si offre come strumento di conoscenza, relazione e ricerca grazie a 50 workshop, 30 eventi e 250 espositori (+75% sul 2011), con l’obiettivo di  far dialogare distribuzione e  produzione di mobili e arredi.