BOUNCE di Karim Rashid
Impilabile, colorata ma soprattutto morbida, ecco la sedia secondo Gufram.
All’interno del catalogo di Gufram è sempre mancata la sedia. Quella da mettersi con le gambe sotto un tavolo per intenderci. Una casella mancante ancora da riempire, una grande responsabilità. Creare poi un prodotto partendo da una richiesta progettuale che deve soddisfare una destinazione d’uso definita, specifica, precisa, nel parco giochi dell’anti-design è una roba da far accapponare la pelle. Ma questa situazione andava affrontata. E Karim Rashid partendo da questi presupposti ha creato Bounce, una sedia impilabile dall’anima pop.
Una sedia è di per sé un progetto incredibilmente complesso, realizzarla in termini affini all’estetica Gufram utilizzando i materiali espansi e flessibili che caratterizzano la sua collezione sembrava cosa impossibile. Ma in Gufram ribaltare le costrizioni, o usarle per creare nuovi punti di approdo è considerata una sfida molto seria, quasi una missione, che Krim Rashid ha avuto la capacità di portare a termine.
Bounce può essere definita come nuova icona del Funzionalismo Pop. Pop perché irriverente, fresca e accesa grazie ai singoli elementi che possono essere composti in un caleidoscopio infinito di possibilità rendendo Bounce un prodotto versatile nell’ambientarsi in qualsiasi paesaggio domestico. Funzionalista perché se la forma deve seguire la funzione, in questo caso la geometria degli elementi è dimensionata per essere autoportante e garantire l’ancoraggio alla struttura in metallo senza rinunciare all’effetto confortevole di morbidezza e ritorno elastico tipico della seduta imbottita, anche se l’imbottito non sussiste. E quest’ultimo risultato è già di per sé un corto circuito progettuale stupendamente paradossale.
Con Bounce, grazie a Karim Rashid, Gufram rivendica la sua anima da pioniere nel campo della ricerca. Un territorio dove tecnica e arte possono dialogare attraverso la sperimentazione di nuovi materiali e applicazioni diverse ed inusuali rimarcando al contempo il tono ironico e dissacrante del corredo genetico unico dell’azienda.