Rimozione e smaltimento dell’amianto: una scelta fondamentale per salvaguardare la propria salute

Pubblicato il 29 Dicembre 2022 Di

Lo smaltimento e la rimozione dell’amianto è un lavoro molto delicato che dev’essere fatto, nel rispetto delle normative italiane. Si tratta, infatti, di un materiale altamente pericoloso le cui polveri possono causare seri danni alla salute delle persone. Se vivi in una casa vecchia, dove è presente ancora un isolamento di amianto, contatta subito una ditta specializzata, come Professional Coperture, che si occupi nell’immediato di mettere tutta l’area in sicurezza, per poi rimuovere tutto il materiale danneggiato.

Rivolgersi ad un’azienda di questo tipo, che si occupa da più di vent’anni dello smaltimento e della rimozione dell’amianto, ma che è esperta anche nella bonifica dell’amianto friabile e nel montaggio di coperture in lattoneria, così come nell’impermeabilizzazione in ambito industriale ed edile, è la scelta giusta se hai bisogno di rimuovere e smaltire l’amianto dalla tua abitazione.

È, inoltre, importante sottolineare che prima di iniziare i lavori, aziende di questo tipo mettono in sicurezza gli edifici e l’area circostante con sistemi anti caduta e linea vita e che tutto il personale che vi lavora ha seguito corsi di alta formazione con aggiornamenti “periodici”.

Ma se vuoi saperne di più su come viene rimosso e smaltito l’amianto, continua a leggere.

Come va rimosso l’amianto?

Fino agli anni ’90, in Italia l’amianto è stato usato molto in ambito edile, finché non ne è stata dimostrata la tossicità: da quel momento, è iniziato il suo graduale smaltimento. L’amianto, usato in passato come isolante termico, è una fibra che può essere compatta o friabile. La prima è meno tossica, perché difficilmente si polverizza, mentre quello friabile è altamente pericoloso, perché si può ridurre in polvere anche usando le mani. Per rimuovere l’amianto compatto, bisogna rispettare le direttive stabilite dalla legge italiana che ha vietato l’importazione e l’esportazione dell’amianto. Per rimuoverlo, è necessario incapsularlo con prodotti “impregnanti” che evitino alle polveri di diffondersi nell’aria circostante.

Ci sono tre modi consentiti dalla legge per smaltire l’amianto. Si opta per l’una o l’altra in base al livello di conservazione delle lastre di amianto: confinamento, incapsulamento e rimozione.

Con il confinamento si crea una sovracopertura che ricopre lo strato di amianto. La rimozione, invece, avviene se lo stato di degrado è avanzato. La bonifica dell’amianto friabile è un processo molto delicato, poiché questo materiale deve subire processi idrotermali. La prima cosa da fare è mettere in sicurezza tutta l’area circostante per assicurarsi che rimuovendo l’amianto non si diffondano polveri pericolose. È a questo punto che si crea il vero e proprio confinamento, per cui saranno montati aspiratori che si occuperanno di assorbire le polveri di amianto. Questi strumenti rimangono attivi 24 ore su 24, finché il livello di fibre presenti nell’aria non scende a livelli accettabili. A questo punto, l’amianto viene messo in particolari sacchi sigillati e portato in discarica. In pratica, una volta che l’amianto va rimosso, deve essere smaltito in specifici centri di stoccaggio. I costi per lo smaltimento sono consistenti, ma alcune regioni, come la Lombardia, hanno stanziato fondi considerevoli per favorire rimozione e smaltimento di questo materiale così pericoloso. Purtroppo, eternit e amianto sono ancora presenti come isolanti in molti edifici o come rivestimento di tubi e caldaie.

Come avviene la bonifica dell’amianto friabile?

Prima di tutto, è fondamentale denunciare all’ASL territoriale che nell’edificio si trova amianto: poi, un esperto verrà a valutare il livello di degrado delle lastre e, in base all’indice stabilito, si proseguirà con una tecnica in particolare di rimozione.

Quando i lavori saranno terminati, un tecnico tornerà in loco a controllare.