Le Corbusier- 1 Parte

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Le Corbusier è riconosciuto come uno dei padri dell’architettura del Novecento assieme a Ludwig Mies van der Rohe, Walter Gropius, Frank Lloyd Wright e Alvar Aalto indiscusso maestro del Movimento Moderno.

Personalità poliedrica architetto, urbanista, pittore ed anche designer, Le Corbusier, svizzero di nascita ma naturalizzato francese, nacque il 6 ottobre 1887 a La Chaux-de-Fonds. Charles-Edouard Jeanneret il cui nome d’arte è appunto, Le Corbusier, inizia la sua formazione a La Chaux-de-Fonds, Svizzera, iscrivendosi all’età di quattordici anni alla Scuola d’Arte ed orientandosi poi, su consiglio del suo maestro Charles L’Esplattenier, verso l’architettura, tanto che a diciotto anni realizzò la sua prima abitazione.

Tra il 1906 e il 1914 ebbe modo di viaggiare in numerosi paesi d’Europa, soggiornando soprattutto a Vienna, dove entrò in contatto con gli ambienti della Secessione viennese, e a Berlino dove, entrato nello studio di Peter Beherens, e qui conobbe Gropius e Mies Van der Rohe. Visitando le principali città italiane inoltre,  acquisì un bagaglio culturale notevole nonostante non avesse mai compiuto studi regolari in questo ambito.

Il vero inizio della professione di architetto inizia intorno al 1920 . Inizialmente lavora nello studio di Auguste Perret (fino al 1922), poi con Pierre Jeanneret apre il suo studio di architettura a Parigi, situato in Rue de Sèvres al 35. Nello stesso periodo, fonda insieme a A. Ozenfant e Dermèe, la rivista “Avant-garde e L’Esprit Nouveau”. Durante la fase di apprendistato lavorò a Berlino e poi a Parigi,  ebbe modo di approfondire fra l’altro anche  il suo interesse per la pittura moderna.

Quasi subito osteggiato dagli accademici per il suo presunto stile rivoluzionario, venne successivamente riconosciuto a livello mondiale, lasciando il segno nelle moderne concezioni architettoniche ed urbanistiche. Il suo sistema progettuale prescindeva dall’uso di sistemi razionali, con moduli e forme estremamente semplici, secondo i principi del “Funzionalismo”.

Nel suo percorso progettuale, fatto di sperimentazione, riesce anche a toccare gli estremi opposti in una varietà di linguaggi plastici, come testimoniano le villas La Roche-Jeanneret e Savoye( 1929/31), ), “l’Unite d’Abitation” di Marsiglia (1947/52), La Cappella di Notre-Dame-Du-Haut sulla sommità di una collina che domina la borgata di Ronchamp( 1950/54), il convento dei domenicani La Tourette, La Maison De L’homme a Zurigo e L’ospedale di Venezia.

 

Nel suo libro “Verso una Architettura”, uno dei più importati libri di architettura del ‘900,  sostiene che l’impegno nel rinnovamento dell’architettura può sostituire la rivoluzione politica, può realizzare la giustizia sociale. Nel libro introduce anche tre dei cinque punti: i pilotis, i tetti-giardino e la finestra a nastro a cui si aggiungeranno qualche anno dopo la facciata libera e la pianta libera applicati con intenti teorematici in una delle opere più importanti del razionalismo architettonico, villa Savoye a Poissy del 1929.

Nel 1927 vinse il primo premio nel concorso internazionale di idee per il progetto del palazzo della Lega delle nazioni di Ginevra, progetto mai realizzato. Nel 1925-29 il suo progetto per il Centrosoyus (Ministero Centrale della Pianificazione Economica) a Mosca fu posto in atto; nel 1932 fu costruito a Parigi il Dormitorio Svizzero della Citè Universitarie.

Nel 1936, Le Corbusier progettò la sede del Ministero dell’educazione del Brasile a Rio de Janeiro. Fra i progetti di pianificazione urbanistica elaborati da Le Corbusier meritano di essere ricordati quello di Algeri (iniziato nel 1930), di San Paolo, di Rio de Janeiro, di Buenos Aires, di Barcellona (1933), di Ginevra, di Stoccolma, di Anversa e di Nemour (1934). Un suo progetto per un nuovo museo fu realizzato a Tokyo nel 1929.

In quegli anni, poi, scrisse un importante libro sui problemi connessi alla progettazione della città, La Ville Radiouse, che venne pubblicato nel 1935.

 

Per quanto riguarda la sua produzione legata al design, tra questi  mobili che Le Corbusier, creò con la collaborazione di P.Jeanneret e C. Perriand, esposti nel 1929 al Salon d’automne a Parigi.

Questi prodotti lasciarono perplessi i visitatori, poichè sembravano voler esaltare un concetto sopra ogni altra considerazione: quello di essere l’espressione concreta della loro stessa funzione.  Il progetto si basa sul concetto dell’utile e  su le necessità all’uso. Intorno alla struttura più semplice, il  tubo metallico eletto a supporto primario dell’oggetto, si organizzano i componenti base per ogni tipo di seduta.

Mobili concepiti come degli strumenti idonei ad abitare in modo corretto gli spazi costruiti per l’uomo moderno nati dalla convinzione di Le Corbusier di esprimere nella concretezza dell’oggetto di utilità, il nuovo valore proposto dal binomio forma- funzione. In tal modo l’oggetto, spogliato dell’ornamento, recupera la sua irriducibile intima bellezza, esprimendo la propria natura nell’armonia della nuova forma, semplice ed essenziale.

Tra questi prodotti si ricordano ad esempio la sedia basculante LC1, poltrona e divano LC2 LC3, la chaise longue LC4, il tavolo LC6 di cui si parlerà in seguito.

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