Zaha Hadid. I più la conoscono per essere stata un grande architetto, ma parlando di lei e del suo lavoro, non si può non pensare ad un personaggio poliedrico, capace di affrontare il tema della progettazione, spaziando tra i più diversi ambiti. Ed infatti è stata una designer. Abbiamo visto alcuni dei suoi progetti come il divano per B&B Italia o il vaso Flow di Serralunga. Ma la sua visione ampia l’ha portata ad essere anche tra i primi progettisti a sperimentare le potenzialità della stampa 3D.
In effetti, conoscendo le sue visionarie architetture, chi altro meglio di lei avrebbe potuto farsi interprete di questa tecnologia. La stampa 3D viene utilizzata nella sua architettura ma compare anche nelle sue sperimentazioni in tema di fashion design e wearable technology . Sono ormai celebri le scarpe disegnate per il progetto Re-Inventing Shoes, un’esibizione architettonica di scarpe, che vide coinvolse 5 designers di spicco tra cui oltre a Zaha Hadid, anche Ben van Berkel, Fernando Romero, Michael Young e Ross Lovegrove.
I cinque architetti e designer, diedero vita a delle scarpe scultoree per il marchio di calzature United Nude . Il progetto firmato da Zaha Hadid sono le scarpe Flames, non ha caso una sorta di fiamme, salgono dal tacco e avvolgono delicatamente il piede.
Questo progetto risale al 2015, ma al mondo della moda Zaha Hadid non era nuova . Infatti nel 2013 sempre per United Nude aveva progettato insieme a Rem Koolhass, direttore creativo del brand, le scarpe Nova. Scarpe dal design rivoluzionario e provocante, una modello di scarpa scultorea. Una moderna Nike di Samotracia da indossare, capace di comunicare il senso di movimento. Zaha Hadid sviluppa per questa scarpa, un sistema a sbalzo innovativo di 16 centimetri.
Nova, e’ stata la prima scarpa ad utilizzare lo stampaggio di rotazione per la sua fabbricazione. Inoltre per realizzarla è stato impiegato anche lo stampaggio ad iniezione e la colata sottovuoto.
La ritmica, l’articolata composizione della scarpa racchiude la perfetta integrazione di materiali, ingegneria inventiva e alti standard di comfort.
Striature intricate e giustapposte con riallineamenti drammatici, stabiliscono un rapporto formale diretto con la struttura primaria della scarpa ed esprimono le forze dinamiche applicate da ogni passo di chi lo indossa.
Ancora una volta, il linguaggio dell’architettura si fonde con il resto in questo caso con la moda. Già nel 2009, Zaha Hadid, aveva disegnato una iconica collezione di scarpe per Lacoste, in cui il suo linguaggio, emerge in tutte le sue forme. Si tratta di una collezione di scarpe sia per uomo che per donna in versione scarpa e stivale. Il progetto per Lacoste è realizzata con una pelle molto morbida che abbracciare la gamba di chi lo indossa, il cuoio si espande e si contrae con il movimento.
E’ invece del 2008 la collezione di scarpe in plastica stampata progettate per Melissa, brand brasiliano. A queste si affiancano le più semplici scarpe Adidas, firmate dalla designer irachena in collaborazione con Pharrell Williams. Zaha Hadid in questo caso, ha progettato la parte anteriore in gomma stampata delle Adidas, parte delle collezione Superstar Pharrell Supershell Shoes .
Non solo scarpe: progetti di spazi e accessori moda
Il mondo della moda ha sempre avuto un interessante e costante dialogo con Zaha Hadid. Si pensi al progetto per la boutique di scarpe per Stuart Weitzman a Milano, con le sue forme a flusso libero che si estendono nei toni metallizzati degli espositori di scarpe o l’indimenticabile il padiglione progettato nel 2007 per celebrare Chanel.
Quest’ultimo è UFO, il padiglione-gadget progettato e costruito da Zaha Hadid per Chanel, commissionatogli da Karl Lagerfeld. Un palcoscenico di 7.500 piedi quadrati, pronto ad accogliere l’arte di 20 artisti contemporanei famosi del mondo, tra cui Daniel Buren, Sylvie Fleury, e Yoko Ono. Ideato da Karl Lagerfeld con Zaha Hadid, la Chanel mobile Pavilion è sinonimo dell’arte che incontra il lusso. Gli artisti scelti erano stati invitati a creare opere d’arte ispirate alla borsa trapuntata Chanel 2.5.
La mostra doveva viaggiare da Hong Kong a Tokyo, poi a New York con uno spettacolo finale a Parigi, ma dopo lo spettacolo di New York, il progetto è stato fermato. Dal 2011 il padiglione si trova a Parigi, in posizione frontale rispetto all’Institut du Monde Arabe ed è utilizzato per mostre temporanee.
Oltre ai progetti di scarpe e di spazi per la moda, altri sono gli “oggetti da indossare”, firmati da Zaha Hadid. Ricordiamo la Icon Bag del 2006 per Luis Vuitton, parte della omonima mostra Icon, la Peekaboo borsa disegnata per Fendi, parte di una collezione disegnata per un asta di beneficenza.
Come non parlare poi dei gioielli design da indossare. Tra questi la linea chiamata Glace, una collezione per polsini e collane disegnate per Atelier Swarovski, ispirato agli uccelli del paradiso e ai fiori.
Ma anche anelli e polsini sono quelli della collezione ‘Silene’, in oro giallo e oro rosa fatti per esplorare le forme organiche . A questi si aggiunge l’anello Matassa, progettato in collaborazione con orafi svizzeri Caspita.
Gioielli preziosi disegnati da Zaha Hadid sono anche quelli per il marchio danese Georg Jensen. Un bracciale in argento ispirato dai suoi progetti di architettura . Trae ispirazione dal costruito anche la sciarpa di seta progettato nel 2014 per l’apertura della Torre Innovazione, uno dei progetti di Zaha a Hong Kong.