Autoproduzione: il design, lo spazio e il web

Pubblicato il Di in Approfondimenti, Autoproduzione

Si conclude la prima parte del nostro viaggio nel mondo del Design Autoprodotto, una realtà che in parte conoscevamo già, per esperienza personale, ma che abbiamo cercato di approfondire, anche con il contributo dei designer, che trovano nell’autoproduzione una loro forma di espressione.

Abbiamo ripercorso per sommi capi, la storia del design autoprodotto: da Alchimia ai Droog Design alle esperienze Italiane di Albini e Castiglioni.

 

Ma oggi il design auto-prodotto cosa propone?

Come abbiamo già detto, l’autoproduzione, negli ultimi anni è diventata un fenomeno culturale, figlia del suo tempo (o forse  meglio dire del nostro tempo) . Ciò ha dato vita a diverse realtà, desiderose di farsi portavoce “del meglio” . Inevitabilmente, alcune forse rischieranno di vivere il fenomeno, solo come la moda del momento, altre invece ben strutturate, sono da alcuni anni portavoce dei valori culturali che stanno dietro al “fenomeno dell’autoproduzione”.

Abbiamo scelto tra molte, tre  realtà, che meglio di altri, raccontano il design autoprodotto oggi.

Internoitaliano, ne abbiamo già parlato, è il progetto di Giulio Iacchetti. Questo brand, propone oggetti disegnati da designer e frutto della collaborazione tra i creativi e gli artigiani. Un progetto che mentre parla di design,  contribuisce anche mettere in moto il  tessuto produttivo italiano, costituito da una fitta rete di laboratori artigiani e aziende manifatturiere,  quella che Giulio Iacchetti definisce “ fabbrica diffusa”.

Come ci aveva detto nella nostra intervista:

“Credo che l’autoproduzione, sia un evoluzione del nostro mondo. Perché questo mondo si evolve, non dimenticando certe tracce della sua storia, ma aggiungendo voci a questo coro polifonico che è il design.”

 

Nascono così progetti come la libreria modulare Nepi, completamente fatta a mano in noce canaletto massello, costituita da due semplici moduli assemblati senza l’utilizzo di viti o congiunzioni meccaniche che permettono di realizzare una libreria teoricamente infinita.  Oppure Gela e Goro, la brocca e i bicchieri, disegnati da Massimo Barbierato, realizzati in vetro soffiato da  una azienda del veneto.

Il design autoprodotto, nasce per mostrarsi, ed è questa una componente fondamentale per la promozione del designer che si autoproduce. Ci sono molti eventi, e sempre di più ne nascono, ma l’importanza di avere spazi e luoghi dove si fa auto-produzione, è un valore aggiunto rispetto a saltuarie manifestazioni, talvolta troppo auto-celebrative.

Ben vengano quindi, le gallerie e il laboratori, un po come in questi anni è stato a Milano  Subalterno1, nel cuore del quartiere di Lambrate. Qui si dà spazio all’autoproduzione italiana, uno spazio in cui il design si mostra e si racconta e dove nascono i progetti.Subalterno1 è un’iniziativa gestita direttamente, autoprodotta in maniera condivisa da chi coloro che fanno parte del progetto.

Da uno spazio /  galleria votato alla ricerca, al web. Perché, se e vero che l’autoproduzione oggi è figlia del nostro tempo, niente più del web e della comunicazione mutimediale rappresenta gli ultimi 10 anni. 

Sono nati infatti negli ultimi tempi molti molti e-commerce dedicati al design, spesso rivolte anche a chi fa autoproduzione.

Una delle realtà e-commerce, che in questi anni è andato via via consolidandosi è Swart, che negli anni ha mantenuto fisso il suo obiettivo, ossia la selezione di prodotti italiani, tutti nati dal lavoro di designer che gestiscono l’intera filiera produttiva: dall’ideazione alla progettazione, dalla produzione alla promozione.

Swartlab nasce nel 2013 ed  è un portale di vendita in cui conoscere facce, storie, e  prodotti  di qualità, che ospita sia soggetti già conosciuti al panorama italiano, sia nuove realtà che cercano uno spazio in cui sentirsi rappresentati.

La partenza del progetto è stata dettata dalla consapevolezza della vivacità sempre più diffusa intorno al fenomeno del design autoprodotto in Italia e del manifesto bisogno di canali di commercializzazione. La passione dei giovani fondatori di Swart per la forza espressiva dei materiali “primi”, il fascino per il riuso intelligente e originale di oggetti di scarto come componenti di prodotti nuovi, l’attribuzione di ricchezza e valore al processo ideativo che rende un’idea unica e originale sono questi i punti cardine di Swart. Tutto questo ha dato vita ad un viaggio sia virtuale che concreto attraverso il mondo dell’autoproduzione in Italia, mosso dalla volontà di conoscere di persona realtà vere da incontrare, vedere, capire, facendosi allo stesso tempo, garante insieme ai designer, di prodotti che si distinguono per qualità, intesa come capacità manuale e cura artigiana unite ad un approccio progettuale rigoroso e creativo.

Valorizzare e potenziare questo nuovo Made in Italy emergente, ha trovato la sua naturale risposta nel web: coniugare la praticità dell’e-commerce con la possibilità di distribuzione oltre confine. La sua vetrina nasce da una seria analisi e una selezione artistica precisa, che continua ad affinarsi nel corso del tempo. Swartlab si definisce “un porto sicuro per chi cerca una selezione effettuata  con sguardo critico e professionale, per chi ama prodotti di qualità artigianale e per chi ancora  non sa di amarli; è un riferimento per chi cerca con curiosità nuovi stimoli, per chi ha fame di  creatività e per chi cerca una produzione eseguita con dedizione e in serie limitata.”

 

Creatività e produzione artigianale, luoghi fisici che promuovo il design e lo rendono tangibile insieme a vetrine virtuali che selezionano con cura i progetti,  sono i tre fattori che contribuiscono attivamente ad una nuova visione del fare design di cui l’autoproduzione costituisce  il punto di partenza.