L’intervista: Tre domande ad Elena Salmistraro

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Elena Salmistraro per i lavori presentati e i successi ottenuti in questo 2017 è senza dubbio una dei Designer On The Top . Vi abbiamo parlato di lei dei suoi lavori presentati al Salone del Mobile in Aprile . In quell’occasione l’abbiamo incontrata e abbiamo scambiato con lei tre domande  e tre risposte  che ci raccontano meglio i  suoi progetti e il suo “fare design”. Questo e quello che ci ha raccontato…

 

Come è nata la collaborazione  con De Castelli?

Sono stata contattata da Evelina Bazzo che è l’organizzatrice  di questo evento “ Trace Identity” progetto che ha unito queste 7 donne, ciascuna con una personalità ben distinta. Questo progetto comune voleva  mettere le personalità, in un modo più femminile di concepire il design. Il tema era libero, così io ho pensato a Polifemo. Il mio lavoro è sempre fantasioso, ci sono personaggi che animano il mio mondo, nella mia testa Polifemo era uno di quei personaggi che ultimamente mi ossessionava. Avevo già fatto uno schizzo di questi occhi che a me piacciono molto, allora mi è venuto a mente questa maniglia a forma  di occhio.

 

Io il gigante io me lo immagino così, imponente con delle gambette magre magre, che non riescono a tenerlo e così visivamente si crea infatti un disturbo visivo. Certamente è stabile, ma sembra instabile perché le gambe sono magre.

Lui è il Ciclope, il gigante e l’occhio è la maglia al centro.

Il mobile è in rame e ferro nero però c’è un’anima di legno che è rivestita da un abito di rame. Un mobile che arreda con energia, ho pensato anche a questo cabinet perché volevo riscoprire  la credenza, un mobile un po’ in disuso. Allora ho detto, facciamo qualcosa che riporta il metallo nelle nostre case.

 

Questo un progetto donne e design, si può dire che c’è una nuova primavera per il design, che si sta creando  un movimento femminile?

 

Per anni la donna è stata messa un po’ da parte, un tempo questo lavoro era forse  considerato più consono all’uomo. Invece grazie anche alla mostra W. Women  in Italian Design, la mostra della Triennale di Milano curata da Silvana Annicchiarico la donna è stata rimessa al centro della scena.

 

 

Si inizia anche a privilegiare l’aspetto artistico del design da alcuni anni, che è poi è quello tipico del mondo femminile. Diciamo c’è una sensibilità diversa e quindi c’è stato un mix di eventi, che stanno portando alla  luce le donne e con  il design più artistico  in serie limitate .

 

 

Tu per formazione sei  anche artigiana. Diciamo che  tu ci metti le mani su alcuni tuoi progetti, questo  ti aiuta questo nel processo creativo?

 

Si questo mi aiuta molto, ho iniziato con l’auto produzione anche perché era l’unica cosa che potevo fare per entrare un po’ nel mondo del design.

So lavorare con la ceramica  e questo mi avvantaggia, perché conosco la materia e i  suoi limiti. Questa esperienza con il metallo  con De Castelli, è stata invece una bella sfida, perché non lo conoscevo così bene e quindi andare da loro in officina è stato molto interessante.