I Giardini della Biennale di Venezia: il Padiglione del Libro

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I Giardini della Biennale di Venezia sono il polmone verde al centro della città lagunare.

Un luogo dove architettura e natura dialogano in modo unico. La location come abbiamo già avuto modo di raccontare, nasce come luogo per l’esposizione della Biennale d’arte.

Perchè si cominci a parlare di Biennale di Architettura si dovrà attendere il 1980. In quell’anno, la prima edizione si svolse alle Corderie dell’Arsenale di Venezia. Altra location storica della Biennale, fino ad allora usata solo per le esposizione d’arte.

Abbiamo parlato del padiglione Centrale, già noto con il nome di Padiglione Italia,  primo insediamento costruito nel parco. Ma dopo il successo delle prime esposizioni, a partire dal 1907 la biennale assunse sempre più una vocazione internazionale. Così oltre all’Italia anche altre nazioni, si avviarono alla costruzione dei loro padiglione. Il primo dei padiglioni stranieri ad essere costruito è quello del Belgio. Un  progetto di Léon Sneyers del 1907 ( poi radicalmente rivisto da Virgilio Vallot nel 1948). Due anni dopo, nel 1909,  si aggiunge il terzo padiglione internazionale. Quello dell’Ungheria un progetto in stile “viennese-magiaro” firmato da Géza Maróti. Allo stesso anno risale anche la costruzione del padiglione della Gran Bretagna e l’impianto del Padiglione della Germania (poi modificato nel 1938). Tra i primi padiglioni costruiti ai Giardini, anche quello della Francia (1912), della Russia (1914) e della Spagna (1922)

 La realizzazione dei primi padiglioni stranieri inizialmente era finanziata, per motivi di promozione, dallo stesso Comune di Venezia.

Molte delle architetture dentro i Giardini della Biennale.  portano la firma dei grandi maestri dell’architettura del 900: Josef Hoffmann, Gerrit Rietveld, Alvar Aalto, Carlo Scarpa per fare alcuni nomi.

Carlo Scarpa: opere principali ai Giardini della Biennale

 Tra gli interventi firmati da Carlo Scarpa  per la Biennale di Venezia c’è il Giardino delle Sculture 1952, uno spazio originariamente progettato nel 1932 da Duilio Torres. Si tratta di un opera nella quale l’architetto gioca con la luce, l’ombra e l’acqua ospitata all’interno di un patio nel Padiglione Italiano.

Nel giardino spiccano tre pesanti colonne ellittiche che sostengono un tetto a baldacchino che ha la forma di tre cerchi sottratti da un rettangolo. Il giardino per molto tempo non è stato utilizzato. Recentemente è stato completamente restaurato e riaperto al pubblico. Altro progetto di scarpa per i Giardini è il Padiglione del Venezuela (1954-1955).

fonte_ www.made-by-architects.com

Altro intervento di Scarpa era il Padiglione del libro, una piccolissima galleria del Libro d’Arte, ora demolita, a causa di un incendio scoppiato l’11 maggio del 1984, che la distrusse quasi del tutto. Questo edificio che ospitava una raccolta di libri d’arte si trovava di fronte al principale edificio per esposizioni esistente nei Giardini.  Si dice che fosse costituito da un unico pezzo di muratura e travi in ​​legno, poggiato sull’erba senza fondamenta. Questa particolarità indica la natura temporanea di questa costruzione. Pare fosse composta da due volumi principali separati da un gradino basso: il soggiorno e lo spazio espositivo. 

Il padiglione del Libro di Stirling

Il nuovo padiglione del libro è un’altra tra le opere più  interessanti tra quelle presenti all’interno dei Giardini. Si tratta di un progetto di James Stirling. L’architetto fu incaricato della realizzazione nel 1989 da Francesco Dal Co, che all’epoca dirigeva il Settore Architettura della Biennale. Il “Padiglione del libro” costruito da Carlo Scarpa era ormai andato distrutto da parecchio tempo. Dal Co, riteneva  inconcepibile che una istituzione come la Biennale non disponesse di un simile servizio per i visitatori delle mostre. Per questo, chiese a Stirling di progettare il padiglione, e lui lo disegnò con Tom Muirhead e Michael Wilford, accettando l’incarico senza pretendere alcun compenso. 

fonte: www.flickr.com – trevor.patt

Il padiglione del Libro oggi spazio espositivo,  ha una superficie di 200 mq. L’inaugurazione avviene nel 1991, in occasione della Quinta mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia. Si trova nello spazio antistante l’ingresso dei giardini e consta di una lunga costruzione a un piano realizzata in struttura metallica e vetro funzionalmente distinta in due parti. Gli interni sono rivestiti in legno sia per quanto riguarda la pavimentazione che nella copertura.

fonte: www.flickr.com – trevor.patt

L’edificio si trova di lato rispetto all’asse nord – sud di accesso ai Giardini, che inizia dall’approdo di Riva dei Giardini e arriva fino al Padiglione Centrale. Gli studi preliminari relativi al progetto elaborato da Stirling e soci, mostrano che l’idea iniziale era una sorta di chiosco a base ottagonale. Le ipotesi successive, mostrano invece dei volumi rettangolari coperti a falde con una struttura curva a cui si contrappone il corpo d’ingresso coronato dal camino. Questo sino alla metamorfosi finale, ovvero un moderno edificio a carattere navale, con questa sorta di camino ironicamente esibito nel ponte di belvedere sul tetto dell’edificio, cui si sovrappone, in una irrisolta duplicità, il tema semplice della capanna.

fonte: www.flickr.com – trevor.patt